Banda (Orchestra di fiati)
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Persone di diverse generazioni in diverse regioni del mondo hanno dovuto fare l'esperienza che l'idea di casa diventa importante solo quando viene persa. Lo stesso ha fatto Nadeshda, una conoscente del compositore Lars Ericsen, che ha dato vita all'idea di quest'opera. Da giovane lasciò la sua terra natale, la Moldova, perché apparteneva alla minoranza slava del paese, e si trasferì nel Nord Europa. Ora ha una famiglia, un lavoro, una casa e un rifugio qui. Nel complesso, si sente ben curata. Ma spesso è catturata da una dolorosa nostalgia per i luoghi, gli odori, i suoni e i canti della sua infanzia e giovinezza.
Con “Nadeshda”, Lars Ericsen descrive questa situazione emotiva. Le parti lente parlano del dolore per la patria perduta; tuttavia, nei passaggi veloci e poi accelerati, la persona senza dimora si solleva con orgoglio e sfida, rendendosi conto che il concetto di casa dopo tutto vive dentro di sé. Il linguaggio tonale è chiaramente basato sul folklore slavo dell’Europa orientale, per il quale Ericsen ha chiesto alla “vera” Nadeshda di suonargli le sue canzoni preferite. Soprattutto nel mondo di oggi, quando vengono da noi molte persone dall’Europa dell’Est, la questione di questa composizione acquista una rilevanza indesiderata ma appropriata.
Note: L'audio è la versione BRASS ENSEMBLE della serie POPS FOR BRASS, non la versione per banda !